giovedì 10 dicembre 2009

Tempi Duri Per I Fenicotteri(Scopare Per Finta)

Noi lo chiamiamo scopare per finta. Il pomeriggio io salgo da lei e cominciamo a toccarci. Andiamo avanti così finché non veniamo entrambi. Dopo tutto questo guardiamo fuori con la faccia arrossata le macchine che passano. Ci fumiamo le sigarette e guardiamo le macchine, delle volte smettiamo che è sera.
Patrizia ha le mani coperte di ustioni. Ha avuto un incidente stradale quando aveva nove anni, guidava il padre.
Patrizia dice: "Mentre stavo in ospedale con le ossa tutte rotte e mio padre in terapia intensiva, non riuscivo a pensare che alle mie mani, ero convinta che una volta senza bende sarebbero state di nuovo bellissime. Ero certa che la mia pelle ricrescesse e rigenerasse i tessuti. Come in un documentario sulle lucertole".
Indossa dei guanti lunghi anche ora, guanti di lana nera, lo fa per l’imbarazzo. Io non le dico nulla, ho paura che poi non voglia più toccarmi, è una sensazione eccitante sentirsi la lana addosso, ho paura che poi non voglia più farlo. Potrei farlo con milioni di altre ragazze e scopare davvero, ma mi piace Patrizia seminuda con i guanti addosso. Appena oltre il bianco della pelle, sul polso. Il guanto non riesce a coprire un pezzo di pelle bruciacchiata. Come mi cade l’occhio su quel centimetro di pelle devo distogliere lo sguardo. E’ meglio se penso che sotto quei guanti ci sono delle mani perfette. E’ meglio per tutti.
"Da bambini erano tutti crudeli: la maestra non voleva usassi i guanti di lana in classe, diceva che la penna non veniva afferrata bene con i guanti, ma tu dimmelo, hai mai avuto da lamentarti per come ti tocco il cazzo? Io odiavo tutti e lei per prima".
Dice così mentre camminiamo fra due siepi di alloro, il condimento migliore per lo stufato, ed ho subito l’immagine delle sue mani su un piatto cotte a puntino e circondate di patate “parisienne”. Per il resto lei è bella, "Hai le labbra sottili e gli occhi grandi", le dico spesso così. Lo dico con la voce stupida degli innamorati, un po’ mi piace crederci. Lei risponde: "Ho le labbra sottili, gli occhi grandi e le mani bruciate, dici che faccio una nuova categoria di bellezza?".
Il primo giorno di caldo decidiamo di andare al mare. La spiaggia è piena e lei ha un costume arancio e i guanti addosso, mi sorride e se li toglie. Lo fa senza pensarci e senza anticiparmi nulla. Rimango immobile e ho lo sguardo fisso su quelle mani surreali. Spero non mi prenda per mano. Non mi prende per mano e scendiamo in spiaggia. Molte persone cominciano a guardarla male, i bambini indietreggiano. Una mamma ricorda al figlio decenne che è meglio se il fuoco lo maneggiano solo i grandi. Le metto un braccio attorno alle spalle e mi accorgo che sta piangendo. E’ impossibile fermarla. Raccogliamo le stuoie e cominciamo ad andare verso la macchina. In fondo abbiamo passato una buona giornata, io provo a dirle che deve mettere il naso fuori dalla porta. Ma Patrizia sta pensando ad altro. Guarda le nuvole, che oggi sono bellissime, sfilacciate quasi rosa quando sono più vicine al sole, e dice che sembrano fenicotteri.
Tempi duri per i fenicotteri.

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